Sbarazzatosi dell'esercito sardo con l'armistizio di Cherasco, Napoleone Bonaparte può rivolgere tutte le sue forze contro gli Austriaci schierati lungo la linea del Po. Simulato l'attacco a Valenza, Napoleone si dirige invece a Piacenza dove passa il fiume senza quasi opposizione da parte del nemico che ripiega oltre l'Adda. Il ponte di Lodi doveva servire da passaggio ai Francesi, ma qui una retroguardia austriaca guidata dal generale Sebottendorf, che peraltro aveva già avuto l'ordine di ritirarsi, ne difende ancora gli sbocchi. Tale generale aveva fatto interrompere il ponte, costruito in legno e privo di parapetto, ma non in modo irreparabile in obbedienza al principio di limitare il più possibile i danni in suolo amico (la Lombardia apparteneva all'Austria fin dal 1713), cosicché a parte un tratto privo dell'assito, in corrispondenza del quale però il fiume era guadabile, il ponte risultava ancora in gran parte agibile.
All'apparire dell'avanguardia francese, che si coprirà di gloria di lì a poco, l'artiglieria austriaca aprì il fuoco senza però procurare grossi danni ai francesi che si stavano ammassando nella piazza del duomo di Lodi. Ne soffri più che altro la statua di San Giovanni Nepomuceno, collocata all'ingresso del ponte, che fu decapitata. Napoleone che qui si trovava salì allora sul campanile della Maddalena da dove poteva meglio stimare le forze avversarie credute molto più numerose. Erano queste alcuni battaglioni dei reggimenti Terzi N° 16, Nadasdy N° 39, Strassoldo N° 27, Belgioioso N° 44, oltre ad 1 battaglione del reggimento confinario di Varadino con cavalleria e 14 pezzi di artiglieria disposti a semicerchio dinanzi al ponte. La fanteria era collocata su due file, la prima composta da 5 battaglioni la seconda da 6 battaglioni e altrettanti squadroni di Ulani.
Mentre per un paio d'ore si svolge il duello di artiglieria,
le colonne d'attacco francesi si formano presso la porta di
Brescia in attesa che entri in azione un reparto di cavalleria
mandato lungo il fiume in cerca di un guado. Verso le 6.30 di
sera Napoleone 'prende il toro per le corna', come spesso farà
in seguito, e decide di lanciare i suoi oltre il ponte. Ci si può
solo immaginare l'inferno di ferro e fuoco che investì le prime
file di assalitori nello spazio ristretto del ponte largo non più
di 8 metri. Ma gli ufficiali sono tutti in testa e i primi uomini
della colonna, dopo un attimo di esitazione, riescono a guadare
il piccolo braccio di fiume là dove il ponte è interrotto,
giungendo fino alla linea dei cannoni austriaci. Gli artiglieri
che non sono uccisi fuggono e un contrattacco della cavalleria fa
solo rallentare la ritirata degli Austriaci che perdono 2.000
uomini e abbandonano ai Francesi tutti e 14 i pezzi di
artiglieria e 30 carri munizioni.
L'audacia straordinaria di un tale fatto d'armi rimarrà
memorabile e Napoleone crederà di essere ormai invincibile con
soldati di tale fatta. Chi sono questi uomini ? L'avanguardia era
costituita da un battaglione di carabinieri e tre di granatieri
dei reggimenti cosiddetti 'Allobrogi', truppe scelte della Savoia
capaci di imprese grandiose, anche se mal nutrite e pessimamente
vestite. Gli ufficiali sono del calibro di Massena, Lannes,
Berthier, futuri marescialli di Francia. Quanto al capo supremo,
lui stesso rivela: "Solo la sera di Lodi mi sono creduto un
uomo superiore e fu allora che mi venne l'ambizione di realizzare
quelle grandi cose che fino allora occupavano la mia mente come
un sogno fantastico".