Descrizione
Stutzen da cavalleria M 1798 a canna rigata ad avancarica, acciarino con piastra a pietra focaia; fornimenti in ottone, salvo la fascetta su cui è fissato il portacarabina.
Simile al suo predecessore del 1789, la sua canna venne però solcata da 8 rigature a forte andamento elicoidale (3/8 di avvitamento). La piastra era quella, un po' più grande, della precedente carabina da cacciatore. Nel calcio era ricavato a destra il vano con coperchietto e a sinistra il poggiaguancia. Il sistema di mira era formato da alzo e mirino di ottone. La bacchetta veniva portata sulla bandoliera come per la carabina da cavalleria. La lunghezza dell'intera arma era di soli 70 cm circa per un peso di circa 2,6 kg.
Le successive modifiche andarono di pari passo con quelle che subì lo Stutzen da cacciatore. Invece la piastra Console montata nel 1838 su 25 armi di questo tipo rimase solo a livello sperimentale e non venne mai adottata dalla cavalleria. Augustin, contrario a quest'arma che voleva abolire, non fece mai montare su di essa la piastra che portava il suo nome. Tuttavia tale fucile a pietra focaia rimase in servizio fino al 1850 venendo radiato con l'ordinanza circolare del 27 ottobre M.K.N. 6025. Gli ultimi a usarlo furono i tiratori scelti degli ulani
La canna dello Stutzen da cavalleria era lunga la metà di quella da cacciatore del quale conservò lo stesso avvitamento, probabilmente per ragioni di comodità (cioè 3/4 diviso 2). Tuttavia, al contrario di questo, la palla, anziché essere più grande del calibro, era di circa 2 punti inferiore, in modo da facilitare il caricamento, operazione questa sempre difficile per un soldato montato il quale non faceva uso della pezzuola imbevuta di olio come invece faceva il cacciatore.
Anche il calibro fu di 10 punti maggiore dello Stutzen da cacciatore, probabilmente per permettere al soldato di cavalleria dotato di Stutzen di servirsi della bacchetta usata per la carabina e la pistola. Tuttavia la palla era di 3 punti inferiore a quella standard del fucile da fanteria, cosa che obbligava i reparti di cavalleria a portarsi dietro due tipi di palla, ossia quello per carabina e pistola ed quello per lo Stutzen. Perché non si scelse di allargare il foro della canna per ottenere un calibro compatibile con quello delle altre armi in dotazione nell'esercito imperiale dell'epoca? Anche il Beroaldo-Bianchini si era già espresso a sfavore di questa strana arma dalle misure tanto diverse da un esemplare all'altro che non era possibile fornire misure precise e univoche. Egli proponeva perciò che anche questi cavalieri venissero armati con la carabina, per la quale tuttavia il gioco tra la palla ed il calibro, doveva essere ridotto, a suo dire, a 6 punti anziché i 9-10 esistenti.