Opera di: Quinto Cenni
Generali, aiutanti, Stato Maggiore
La tavola descrive alcuni dei cambiamenti intervenuti nella parte finale del 1848 mentre vigeva l'armistizio con l'Austria.
La prima parte illustra l'uniforme dei generali con uno schizzo del berretto ad essi riservato munito di greca. Siamo al 30 settembre 1848 quando la sciarpa turchina, tipica distinzione di servizio degli ufficiali in attività, non viene più cinta intorno alla vita, bensì portata a tracolla dalla spalla destra al fianco sinistro. In maniera inversa invece per gli ufficiali di Stato Maggiore e per quelli che ricoprono l'incarico di aiutanti di campo.
Il generale in ritiro porta le cordelline ed è privo di spalline. L'ufficiale di Stato Maggiore sfoggia la sciabola di modello speciale che il Cenni indica "nuova" ma che in realtà era già descritta nel regio decreto del 4 aprile 1843: "lama alquanto ricurva e lunga non meno di 85 cm né più lunga di 95 cm. Montatura senza brancà né coccia, di ferro forbito e lucente e impugnatura di ebano dentata".
Il resto della tavola è dedicato alla nuova uniforme del genio (14 ottobre), le modifiche ai paramani della cavalleria (28 ottobre), con figurini di Cacciatori Franchi, veterani, invalidi, infermieri, sussistenza militare (28 ottobre). Alcune annotazioni accennano a tamburini e trombettieri. Il 14 ottobre è annotato che l'artiglieria riceve la cravatta nera. Il 29 ottobre è sciolta l'Intendenza militare lombarda.
Un'ultima annotazione riferisce che: "Non essendosi distribuite a tutti i corpi le nuove Bandiere tricolori, alcuni applicarono cravatte tricolori alle vecchie bandiere." Poi "nella prima quindicina di maggio vennero soppresse le Bandiere di battaglione."
Con dispaccio del 25 marzo 1848 il re aveva ordinato infatti che le truppe: "al porre il piede che faranno sul suolo lombardo, inalberino ed assumano la bandiera italiana bianca, rossa e verde con in mezzo lo scudo di Savoia (croce bianca in campo rosso)."
Passaggio del Ticino da parte delle truppe Piemontesi il 29 marzo 1848.
I tamburini che si vedono dietro agli zappatori, tutti giovanetti a cui era tradizionalmente affidato tale strumento, scomparirono nel corso della campagna vinti dalle fatiche e dalle malattie, privando il soldato piemontese del sostegno morale che infondevano con i loro rullii.
Si veda il dettaglio della tavola